martedì 30 novembre 1999

Di cappelli e contesti

Una cosa del genere..Stamattina, in metropolitana, dall'altro lato della stazione, ho visto una ragazza con un cappellino cagnolino, come questo in questa foto.


Il primo pensiero è stato "Eh, cappellino simpatico" poi ho abbassato lo sguardo ed ho osservato il resto dell'abbigliamento: pantaloni a coste marron diarrea, giubbotto anni 70 che avrà sicuramente avuto odore di naftalina, Dr Martens e borsa a tracolla verde militare. Insomma, la tipica "cioè oh, sono alternativa a palla".


Allora quel cappellino mi è stato subito sul cazzo.


Perché? Perché tutto ha sempre a che fare con il contesto. Se l'avessi visto in testa ad una impiegata tutta infighettata l'avrei continuato a ritenere simpatico perché, rispetto a tutto il resto della persona che lo indossava, sarebbe stato un elemento differente, inatteso, l'effetto sorpresa. Invece, sulla "Minchia, alterna a palla, Genova libera, oh!" quel cappellino particolare smette di essere simpatico poiché tutto il resto è un tentativo di gridare "Sono diversa, sono alternativa alla norma!" ed il copricapo ci finisce dritto dritto in mezzo, assumendo un significato identico a tutto il resto e quindi automaticamente perdendolo.


Certo, c'è anche di mezzo il fatto che io non veda di buon occhio quelle persone che si gridano diverse attraverso un atteggiamento (con atteggiamento intendo modo di parlare, di vestirsi, etc) che in verità non ha nulla di differente da ciò da cui cerca di essere differente: un vero "diverso" non ha bisogno di mostrarsi tale attraverso, che so, l'omologazione ai canoni estetici di uno o dell'altro "movimento" sociale.


Troverei definitivamente più alternativo un manager di alto livello con tanti soldoni che al mattino, senza dire niente a nessuno, prima di andare in ufficio passa da Pane Quotidiano a riempire i sacchetti da distribuire ai poveri. E lo fa vestito col suo abito da lavoro.


Disclaimer obbligatorio anti-rotturedicazzo: parlo della cosa in generale, non della singola persona, che magari questa qua stamattina era un'impiegata che si veste tutti i giorni in tailleur ed oggi, per allontanarsi dalla sua normalità, ha deciso di vestirsi in quel modo, decisione che, sotto questa luce, rifletterebbe esattamente il contrario di quanto ho scritto finora.


Disclaimer 2: se stai leggendo e sei un "Cioè, sono troppo alternativo" evita di commentare in modo negativo, perché se sei una persona che vale qualcosa, non ti devi sentire "attaccato" da questo mio post che, ovviamente, tratta di un certo tipo di individuo. E se ti senti attaccato, sarà per quello che non siamo amici.

4 commenti:

  1. però...
    ...non voglio rientrare nei disclaimer o fare polemica inutile, ma solo una domanda innoqua..
    Se sta qui non è un alternativa cattocomunista (che è il termine che userei per la tua descrizione, che peraltro odio anch'io) ma semplicemente ama solo il tipo di abbigliamento dei cattocomunisti, il cappellino lo troveresti simpatico?
    In sostanza, secondo me, giudicare una persona alternativa (o mangaer) dall'abbigliamento è fuorviante e secondo me controproducente.

    Tu mi conosci, io non amo particolarmente stare a consultare la moda del momento prima di comprare/scegliere vestiti..
    Io per venire a lavoro vesto piuttosto elegante (Anche se non mi è richiesto) ma mi piace abbinare spesso il tutto con abbigliamento accessorio un pò rozzo (le converse, il cappellino degli yankee o quello di lana verde).
    Risultato?
    Non risulto simpatico a nessuno..
    ..finche non mi si conosce ;-)

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  2. Ecco, invece vedi che rientri nel disclaimer.. era proprio quello che intendevo: dicendo "magari quella era una manager che oggi voleva vestirsi così" intendevo dire che non sto criticando quella persona in particolare, ma quelle persone che rientrano nella categoria, come li chiami tu, cattocomunisti.

    Io non ci credo all'idea "L'abito non fa il monaco", perlomeno non qua in Italia: qua l'abito è un modo di esprimere ciò che si è dentro perché la maggior parte delle persone si preoccupa dell'apparenza esteriore (e non lo dico facendo una critica perché in fondo lo facciamo tutti). Non troverai il cattocomunista che si veste di default da fighetto perché va contro le sue idee, così come non ci sarà il fighetto che si veste di default da cattocomunista.

    Tu, ad esempio, potresti essere interpretata come una persona a cui piacciono le contraddizioni, che magari non si blocca sulle proprie idee ma è aperto a multiple interpretazioni, cose così. Te le sparo a caso, ma io credo che anche l'abbigliamento abbia a che fare con la propria personalità.

    Io, ad esempio, sono uno che, per venire in ufficio, non si preoccupa tanto del vestito ma nemmeno se ne sbatte totalmente i coglioni, mentre per uscire alla sera decido bene cosa mettere (purtroppo ho il guardaroba limitatissimo). Però ad esempio qua in ufficio ci sono persone che non si interessano proprio per nulla alla propria apparenza fisica ma anche altre che invece si preoccupano molto del proprio stile. E mi sembra di poter dire che il modo di vestire è strettamente legato all'atteggiamento delle varie persone, con le dovute variabili.

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  3. vabbè..l'unico modo per non entrare nei discalimer, è non commentare!!

    bah, cmq sia, a me piacciono le persone che si vestono da cattocomunisti e odio la testa dei cattocomunisti...
    quindi sono perduto...

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  4. Scusate se intervengo nella vostra discussione, ma a mio avviso l'abito eccome se Fà il monaco.

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