martedì 30 novembre 1999

Scia di morti

And you will know us by the trail of dead : So dividedCome preannunciato, ho comprato "So divided", l'ultimo album dei ".. And you will know us by the trail of dead". A scatola chiusa. E me ne sono innamorato subito: non credo nei colpi di fulmine, se non musicali, e questo ne è stato un tipico esempio. Perché? Perché le atmosfere sono quelle giuste, il feeling è perfetto.


Il mio parere dettagliato (lettura noiosa per i più)? Eccolo. E pure senza grassetti.


Come ogni album che si possa definire tale, apre le danze l'intro, che crea l'atmosfera perfetta per l'album, mettendo in piedi un luogo di danze, di vita, di sorrisi che all'improvviso viene trasformato in un luogo di distruzione e morte. Durante l'intro entra il primo pezzo, "Stand in silence", ottima apertura, energetica, che gioca molto sulla ripetività del giro di chitarra. Bisogna però dire che a tratti la melodia di voce ricorda un po' i giovani gruppi emo-rock-punk, sminuendo un brano che avrebbe potuto avere un'incisività maggiore. Fortunatamente si fa una pausa dal vago sapore medievale a metà del brano, che risolleva quindi la situazione un po' banale.


Si passa a "Wasted state of mind": le sue percussioni si rincorrono freneticamente, dando un forte senso ritmico al brano, la cui base temporale è invece lenta. Insieme ad alcuni suoni che ogni tanto giungono all'orecchio, tali percussioni danno all'ascoltatore l'impressione di trovarsi in una foresta verde in cui la mente è rimasta aggrappata a qualche liana mentre il corpo ha proseguito il suo cammino.


Il pezzo che segue, "Naked sun", si suddivide in due parti, la prima delle quali può anche passare inosservata, con un blueseggiante riff già sentito e risentito, seguito da un bridge easypop ed un ritornello sulla stessa linea. E' solo nel finale che il brano può essere definito tale: epico, pieno.. due minuti che potrebbero quasi giustificare da soli l'acquisto di tutto il disco.


Si fa una pausa con la cover dei Guided By Voices, "Gold heart mountain top queen directory" (un nome, una garanzia): profonda dolcezza del ritornello, le note toccate dalla melodia mandano brividi in giro per il corpo a fare shopping. Brano fantastico, soprattutto nell'interpretazione. Peccato solo che duri poco.


Siamo a metà dell'album ed ecco che appare la title track. Il brano parte lentamente, intimamente, poi si entra nella seconda fase, con il suo ritmo frenetico, di transizione, per poi infilarsi nella fase finale, dove la frase "if you think you'll be protected by God I'll put you out of your misery" le fa da padrona. Una frase che lascia il segno, un'indicazione di quanto questo brano sia disturbato, malato: ci vedo l'incapacità del protagonista di contenere delle emozioni estremamente negative, le quali si mostrano in tutto il loro male nella fase finale della canzone, dopo essersi affacciate timidamente a metà della composizione. Un brano geniale.


Al termine di questa parte così epica, si fa sentire "Life", con la sua ritmica molto sensuale, cadenzata e sottolineata dal charleston in levare e dal piano basso. Nel terzo ritornello comincia la trasformazione del brano, che entra nella sua fase finale in un crescendo angosciante: di punto in bianco si trasforma invece in una visione avvolgente, con la voce di una donna (la cui identità mi è sconosciuta, per il momento) ad intensificare il momento.


"Eight days in hell" è il pezzo meno convincente dell'intero album: un misto tra i Beach Boys ed i Beatles. Il testo ci racconta di situazioni ironiche ed è forza in questo che risiede la forza principale del brano.  Dopo qualche riascolto, comunque, la canzone passa la sufficienza.


Dopo una non particolarmente interessante "Witch's web" (se non per gli inserti di voce femminile che si intrecciano con quella di Conrad) giunge alle mie orecchie "Segue: sunken dreams"; si tratta di un intro al brano successivo, in cui angoscia e disperazione si concretizzano in elementi tecnologici (le frasi vengono lette dalla tipica voce sintetizzata ad 8bit che tanti altri artisti hanno già usato). Tali suoni ci portano dentro "Sunken dreams": l'attacco e la strofa in generale ricordano moltissimo il brano "The kiss" dei Cure. Verso metà il brano si ferma, mentre un parlato ci accompagna nella parte finale - la chiusura dell'album - che sfodera epicamente il forte impatto emotivo che, è ormai chiaro, caratterizza l'intero lavoro.


"So divided" è un album che a tratti ricorda i primi lavori di Alice Cooper e a tratti ha qualcosa dei Beatles di "I am the walrus" memoria - in particolare c'è l'utilizzo del delay cortissimo che tanto andava negli anni 70. La forza di questo album risiede sia nelle dense atmosfere che riesce a creare che nelle melodie create dalla voce, la quale gioca molto, dimostrando grande controllo vocale del cantante (si vedrà poi se riuscirà a mantenere gli stessi livelli dal vivo). Nella quasi totalità dell'opera, i brani sono suddivisi in due momenti ben distinti, che ti prendono e ti conducono in una zona, per poi farti girare in tondo ad occhi chiusi e puntarti verso tutt'altro posto, dove puoi lasciarti andare e affondare.


Consiglio vivamente l'acquisto a chi cerca qualcosa di nuovo, fresco e particolare.

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