martedì 30 novembre 1999

Repost: vita da blogger

Questo è un post che ho scritto qualche tempo fa per Vita da blogger (curato da Kay), di cui farò il repost periodico (insieme al Piccolo Fermento Lattico Vivo), perché ora che sono emo lo posso fare.. e poi vado a piangere nell'angolo.

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Nel 2004 aprivo il mio primo blog: ero preso male, Ella mi faceva tribolare e io dovevo dirlo a qualcuno. Ma a chi? Così ho visto splinder ed ho deciso di scrivere a qualcuno che non m'avrebbe rotto i coglioni se per ore avessi usato la sua spalla come raccoglitore di lacrime. Poi Ella diventava un'altra Ella e io tribolavo uguale. E mi sfogavo. Poi Ella diventava un'altra Ella. E io cominciavo a prenderci gusto: tutto questo alternarsi di Elle accresceva il mio ego e pure il mio blog. Stavolta però non scrivevo più "che male di vivere" qua, "che male di respirare" là; stavolta scrivevo "mi sono fatto Ella" qua, "mi sono fatto l'altra Ella" là.

Poi ho conosciuto l'ultima Ella. Ed il blog si è spento.

Poi ho smesso di fumare e, dopo un anno emmezzo, ho disconosciuto Ella.

Ed eccomi di nuovo con tanti buchi di tempo nella mia vita da fancazzista.
E la riscoperta della macchina fotografica.
Ed il terrore di diventare ciccione.
E l'acquisto di una bicicletta.

Il passo da lì al mettere per iscritto (e per foto) la Milano in bicicletta è stato breve. Però poi il tragitto in bici rimaneva sempre lo stesso e le foto diminuivano. Per contro, aumentavano le serate passate fuori casa. Quindi ecco l'altro blog, il terzo, che comincia con il reportage freddo e superficiale delle mie serate milanesi e piano piano diventa un posto dove scrivere qualsiasi cosa a cui non interessa nessuno di conoscere. Ma chissenefrega. Intanto io scrivo. E non devo nemmeno pagare per scrivere stronzate. Tanto lo spazio me lo regala Splinder.

Certo, non sono io al completo, quello. Mi leggono tutti quelli che mi conoscono. Col mio primo blog non era così ed ero davvero onesto e puro; casto come un militare in licenza in Sardegna. Adesso non posso più farlo. Però è pur sempre una parte di me. Quella che ritengo più accettabile. E prima o poi ricomincerò a postare sull'altro blog.

Ora vado in giro sempre con la macchina fotografica. Così faccio le foto. E già comincio a pensare a cosa scriverci intorno. Chissà che un giorno, in preda ad un attacco di stupidaggine, non arriverò a comprarmi un palmare wi-fi che mi permetta di scrivere i post nel momento in cui li concepisco a livello subconscio. Spero di no. Non vorrei diventare così malato. Ma probabilmente quando sarò ricco e famoso lo farò. E potrò dire con fierezza "Il blog s'è succhiato tutto il mio sangue".

Ripensandoci, dopo qualche mese, rileggo quello che ho scritto.
E sorrido.
O me la rido di gusto, prendendomi per il culo.
Rivivo in modo più lucido le mie cazzate. Prima di finire tutti i miei soldi, togliere l'ADSL ed andare a fare il barbone sotto le scale della metropolitana.

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