martedì 30 novembre 1999

Corriere.it ed i racconti

Su Corriere.it c'è una specie di gara: pubblica un racconto di max 2000 caratteri e se piace poi lo inseriranno in un pdf che metteranno in download sul sito. Chi lo "gestisce"? Beppe Severgini, in occasione del 10° anniversario della rubrica/forum Italians.

Perché no? E' pur sempre un esercizio di stile, ne vale la pena.

Io l'ho fatto ed ho mandato il seguente mini-racconto, di 2000 caratteri esatti inclusi gli spazi. Se vi interessa partecipare, potete farlo andando qua.

p.s. niente grassetti, perché nel racconto che ho mandato non ce ne sono.

--------------------------------------------------------------------------------------

Il tempo mi passa davanti agli occhi durante le attese.
Sì.
Nonostante il relativismo di Einstein secondo il quale se sto fermo il tempo passa più lentamente, a me il tempo passa rapido quando attendo.

Alle 7:30 mi sveglio, nonostante adesso lavori a 20 minuti in meno in bicicletta rispetto a dove lavoravo fino a due mesi fa, quando la sveglia suonava alle 8:00: adesso, guardando fuori dalle finestre, a sinistra posso vedere i cantieri della futura sede della Regione Lombardia, mentre a destra vedo l’altissimo...
Ehm..
Sì, altissimo...
No, non ce la faccio: si vede quello sputo di grattacielo che è il Pirelli, uno dei simboli di una città grigia e odiosa come Milano. Grigia e odiosa come i milanesi che ospita, a dir la verità.
Il riflesso del contenuto sul contenitore.

Gli occhi mi si aprono sulle note dei Trail of Dead, dicevo, alle 7:30, perché devo andare in cucina, scaldicchiare leggermente pollocrudo/carnecruda/pescecrudo per i due gattini, Hashi e Shoyu, fare le porzioncine e stare lì con loro, controllando che mangino tutto.

Poi, finalmente, posso farmi un caffè e cucinare per me stesso, per portarmi in ufficio sempre la stessa roba: pasta con qualcosa. Tipo tonno in scatola. O una noce di burro. O una goccia d’olio. O sugo di pomodoro. Quando ho voglia di farlo il giorno prima. Insomma, una dieta non proprio varia.

Perciò io aspetto.
Aspetto che i gatti finiscano il loro pranzo; che il caffè salga completamente; che l’acqua bolla ed in seguito che la pasta sia cotta - al punto giusto: uso il countdown del telefonino, così non devo star lì né ad assaggiare né a guardare l’orologio; aspetto e fa brrrrr e io tolgo la pasta - ; che l’acqua della doccia si scaldi.

Dopo quasi un’ora, la maggior parte della quale passata in attesa di qualcosa, finalmente esco di casa per gettarmi nel traffico milanese.

Questa volta tocca agli altri aspettare, perché per me, in bicicletta, il traffico non esiste.

E la soddisfazione principale? Filare a 30 all’ora tra facce incazzate.

4 commenti:

  1. http://eddyburg.it/article/view/11966/

    RispondiElimina
  2. ma come faccio a recuperare quello che ho scritto?? boh..beh...se me lo pubblicano metterò il link..

    RispondiElimina
  3. eh..ho visto infatti che il tuo non c'è...ma infatti io non me lo sono salvato, l'ho scritto direttamente sul form..

    evvabè..l'ho fatto alle ore 12h

    RispondiElimina