martedì 30 novembre 1999

un po' di background

Foto di Anton Le Roy


Quando la mia compagnia londinese, la Head New Media - nella quale facevo il web developer, ossia quello che fa lo scheletro che si nasconde dietro ai siti web, il codice html, in pratica - fallì, decisi di approfittarne per farmi un paio di mesi gratuitamente in quel di Cagliari, Sardegna: all'epoca la mia partner era originaria di quella bellissima isola e la possibilità di viverci a mo' di fancazzista, dopo quattro anni di continuo lavoro, era una prospettiva più che entusiasmante.

Prima di raccontare del periodo di spiaggia e sole, però, facciamo un salto indietro nel tempo, scoprendo il perché del mio spostamento in una città come Londra.

Nel lontano 1997, dopo aver provato con insuccesso per la terza volta di avviare la mia carriera scolastica superiore - nessun interesse dimostrato per lo studio - decisi che il mio futuro non poteva essere in Italia, paese dove il computer ancora non prendeva piede (anziché studiare stavo in casa a smanettare sul computer e con internet, dal 1993, su di un vecchio 386 poi 486 poi pentium), dove tutto mi sembrava inutile, soffocante, angosciante e lontano da me. Così feci la mia piccola valigia e decisi di andare in quel posto in cui avevo passato, l'anno prima, un paio di settimane in vacanza: Londra.
Il resto è storia. Possiamo perciò tornare alle vacanze estive 2001.

La giornata tipo era la seguente:

- svegliarsi al mattino e andare al bar a far colazione con caffè e briosche (difficile da fare a Londra, con quell'acqua sporca di caffè e briosche di mattone).

- andare al negozietto vicino casa per comprare pane ed affettati da portare in spiaggia

- andare in spiaggia

- tornare a casa per pranzo, per mangiare tante cose diverse e molto, molto pesce

- tornare in spiaggia

- andare a bere qualcosa alla sera

Tutto questo per circa un paio di mesi. Sfido chiunque a non trovare tale vita qualcosa di.. interessante.

Decisi, quando venne il momento di tornare in Inghilterra, di fare un salto a Milano per salutare la mia famiglia e passare circa una settimana con loro.

Dopo quattro anni di distanza di permanenza nella città anglosassone, però, trovai una grande intesa con mio fratello in termini di deficienza: mercoledì sera ai Magazzini, giovedì sera al Rolling Stone, venerdì a bere qualcosa e sabato di nuovo al Rolling Stone. Ogni settimana.

Tanti nuovi incontri, tanta comunicatività repressa da troppo tempo; tanto alcol; il ricominciare, per la seconda volta, una vita nuova: tutto mi spinse a rimanere qua - nonostante, dopo un paio di mesi, tornai per una settimana a Londra e mi resi conto di quanto ancora mi piacesse - e vivere queste nuove emozioni appieno.

Questo è quanto.

Spero di aver soddisfatto la curiosità di qualcuno (sicuramente quella di ip4zi4).

Ah, la foto là in alto me l'ha scattata il mio collega Antonio, in arte Antoin Leroy, di cui potete trovare tanti altri scatti - anche molto belli, ma non ditegli che l'ho detto, ne va della mia reputazione - andando sul suo Flickr.

5 commenti:

  1. wow che foto... occhi di serpente..

    d.

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  2. grazie masa, era un pezzo che ne volevo sapere ma non osavo chiedere (ach stupida discrezione del cazzo, ach), adesso sono soddisfatta, anzi no, c'ho preso gusto, che lavoro facevi a londra (e non dire quella cosa di webeccecc, spiega, altrimenti non ci capisco una mazza)?

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  3. minchia! mercoledì magazzini, giovedi rolling e sabato rolling

    rimembro perfettamente ;-)

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  4. sabato anche alcatraz mi sembra...

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  5. vaaaaaaaaaaaabò, non puoi capire, stasera io ed elekiller abbiamo mandato in palla un fotografo, una checca isterica, andiamo sul suo sito eeeeeeeeee, morale della favola, A NOI, LE ROY, c'ha fatto un casino di foto, a te una sola (ps, gli ho lasciato il mio numero, prossima settimana si esce troppo tutti insieme, e porta anche juliana, con l'accappatoio)

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