martedì 30 novembre 1999

Prove e lingue

Camera mia..Oggi, per introdurre il mio pensierino del giorno, faccio un salto indietro ai tempi dell'università (quei due anni che ho fatto, s'intende), rispolverando qualche elemento di linguistica che m'è rimasto impresso. Eh, mi spiace, oggi va così.

Esistono vari modi in cui le parole si formano, giusto? Ecco, c'è n'è uno che si chiama "composizione", ossia da due o più parole se ne forma una, tutt'attaccata. Qualche esempio tipico sono i seguenti vocaboli: capostazione, saliscendi, pomodoro, tiramolla e chi più ne ha più ne metta (spero non ci sia bisogno di dire perché questo fenomeno linguistico si chiama così).

Ed ora l'origine del richiamo linguistico.

Quando io faccio parte di una band, vado a fare LE PROVE in una sala attrezzata per rumori e disastri sonori. E' la famosa "sala provE" (ipotesi 1). Io lo chiamo così, quel luogo.
Qualcuno, invece, lo chiama "sala provA" (ipotesi 2). Se però gli si chiede "cosa vai a fare in quel posto?", la persona risponderà "Vado a farci LE PROVE", al plurale.

La cosa divertente, però, è che al plurale le due ipotesi si uniscono, per quasi tutti, con gioia e amore: "salA provA" e "salA provE" diventano "salE provA". Probabilmente perché "salE provE" suona male anche se, a logica, dovrebbe essere corretto. E infatti viene usata anche questa forma cacofonica.

Chissà se un giorno la parola diverrà una nuova "capostazione", ovvero "salaprove" (anche "salaprova", in base alla scuola di pensiero), tutto attaccato. In fondo avrebbe più che senso, perché già ora dire "Sala bella di prove" non ha molto senso, mentre lo ha "bella sala prove".

2 commenti:

  1. Mmmmmhmmmmm....
    molto avvincente direi !!!
    ;O)
    dai sto scherzando è che passavo di qui.... buona giornata. Tiziana

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