Ricordo dal periodo in cui studiavo.
"Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti di non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella signora è il contrario di ciò che una vecchia signora rispettabile dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che forse quella signora non prova nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente si inganna che , parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a se l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andare oltre a quel mio primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico"
Pirandello.
E noi abbiamo sbagliato tutto: siamo troppo superficiali.
Era lui che era un genio...
RispondiEliminaè vero. siamo superficiali...
RispondiEliminaecco perché ho deciso di frequentare la scuola serale a 27 anni. per apprezzare meglio gli insegnamenti.
*off topic: nel tuo profilo qui di lato, invece di cosa devo fare perché non hai usato piuttosto cosa voglio fare?