Ho cominciato a leggere 'sto altro libro, Umidade: Histórias, di Reinaldo Moraes.
Il secondo racconto, all'inizio, fa ridere, perché c'è 'sto tizio che tipo si fa le seghe pensando al naso di una Barbie; che si innamora di una statua; che dice che probabilmente gli unici che si baciavano di profilo erano gli egiziani perché adoravano i profili, ma che comunque non esiste nemmeno un dipinto che li ritragga baciandosi e che quindi probabilmente a loro non piaceva farlo; che dice che solo chi ha naso asiatico e le labbra africane riesce a baciarsi di profilo; che dice che il vento non gli scompiglia i capelli perché non ce li ha. Ovvio, detto così perde tutta la sua caratteristica comica, quella che mi ha fatto ridere da solo in metropolitana. Comunque.. all'ultima frase, quella dei capelli, lo scrittore aggiunge che non ha capelli perché glieli hanno rasati tutti, dicendogli che hanno fatto ciò per non fargli prendere le pulci.
In quel momento tutto è cambiato, per me: il mio sorriso è sparito e, con un forte dubbio nel cuore, ho rifatto i miei passi al contrario, rileggendo quanto avevo letto fino a quel momento nel timore che, nonostante fossi convinto di poter tranquillamente leggere un testo in portoghese, mi stessi sbagliando e mi stessi sopravvalutando, capendo Roma per Toma. Invece non mi stavo sopravvalutando: semplicemente il protagonista di questo secondo racconto è malato. Non sono ancora arrivato al punto in cui dice chiaramente che è stato internato in un manicomio o cose del genere, ma lo fa intendere. O almeno lo intendo io.
Così il racconto, da ironico, ha preso tutta un'altra piega: se prima i suoi pensieri mi facevano sorridere, adesso mi inquietano. Perché prima pensavo fosse un tizio un po' fuori dalle righe - e per questo affascinante - mentre ora è chiaro che si tratta di un tizio squilibrato - ancora affascinante sotto certi punti di vista, ma sicuramente qualcuno con cui non vorrei trovarmi in ascensore.
Frasi che prima facevano apparire un sorriso sulla mia bocca come "La tv è piena di baci. E di colpi di pistola. Di colpi di pistola e di baci. Più colpi che baci. Come il colpo che adesso vorrei esplodere in mezzo alla faccia di mio fratello" adesso hanno invece un senso più malato.
Tutto ciò è geniale. E assolutamente da copi.. da usare come fonte di ispirazione.
Questo mi fa pensare: la differenza tra uno scrittore ed una persona normale è che il primo, oltre a saper scrivere bene - ovvio - ha fantasia e riesce a vedere cose che gli altri non vedono. Come il fatto che solo chi ha un naso asiatico e le labbra africane possa baciarsi di profilo.
per alcuni tutto ciò è semplicemente la quotidianità. :P
RispondiEliminaCosa?
RispondiEliminavedere cose che gli altri non vedono -?
RispondiEliminaMmmm.. credo che vederle le vedano un po' tutti.. la cosa difficile è riuscire a notarle, innanzitutto, poi a riportarle bene in parole. Quello, secondo me, è essere bravi scrittori. E per chi questo è quotidianità.. invidia da parte mia.
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