venerdì 5 ottobre 2012

Prima notturna in mtb evah!

Prima notturna evah. E in solitaria, pure.

Sono fiero di me.

Per tutta la strada fino alla salita mi cago addosso: sono senza luci posteriori e le automobili non mi vedono da dietro. La prossima volta mi metterò la lucina rossa dietro, così sono più tranquillo. Decido di non andare sul pistino perché ho avuto enormi difficoltà con la luce, figurati col buio. Magari più avanti, quando avrò preso confidenza alla luce del sole.

Una volta giunto alla salita, faccio partire la musica a palla in cuffia, per non sentire suoni strani prodotti dai boschi. Mi metto pure il casco integrale direttamente in testa, per sentirmi più protetto, per sentirmi più "Ehi, io sono dentro e voi siete fuori, dannate bestie selvatiche!".

E comincio a pedalare. A velocità fotoniche, perché mi sto cagando addosso in modo assurdo. Guardo solo e unicamente dritto davanti a me, per evitare di incrociare qualche sguardo di qualche strana bestia, pronta a sbranarmi.

La salita finisce quasi subito e comincia la parte in discesa, che però ha una pendenza infima e proprio per quello è divertente, anche se non prendo mai troppa velocità. Anche se avessi potuto, comunque, non l'avrei permesso, perché la visione è limitata a qualche metro (è buio pesto: dopotutto sono in montagna).

Sento la nausea da affaticamente e mi rendo conto effettivamente che sto spingendo come un matto a causa della paura del buio. Eppure non mi è successo niente, fino a quel momento. Perciò mi tranquillizzo leggermente (non troppo, perché sono un cagasotto) e rallento il ritmo, addirittura scendendo a spingere nei punti più pesanti (il terreno è scassato e quindi in salita in un paio di punti non riesco ad andare).

Finisco il giro abbastanza rapidamente, perché non ho ricaricato la batteria e quindi non so esattamente quando mi si spegnerà. Ma anche perché per essere la prima volta mi sembra abbastanza: ho meno paura dell'inizio, ma non mi sento comunque a mio agio. Ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad abituarmici.

La prima cosa che ho notato, durante la discesa, è il modo in cui affronto il percorso: sono molto più aggressivo e molto più sicuro nonostante ci veda meno. Questo non significa necessariamente che le velocità siano più elevate, ma probabilmente il fatto di vederci meno gioca a mio favore, perché non il tempo di spaventarmi a ogni pietra o radice che incontro, dato che le vedo solo all'ultimo momento.

La luce funziona a meraviglia, anche se sento la mancanza di una luce aggiuntiva da attaccare al casco. Sarà il mio prossimo acquisto urgente. Dovrò anche trovare un modo per fissarla per bene, dato che quando entri in punti un po' scassati tende a spostarsi finché punta verso il cielo e non serve più a nulla.

E' stato bello, mistico e allo stesso tempo da scagallonamento. Non vedo l'ora di ripeterlo martedì prossimo.

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