A volte mi faccio domande strane. Ad esempio: "Ma perché sto ingrassando?"
Poi però mi rendo conto che non sto per niente ingrassando, allora mi chiedo "Ma perché sono grasso?".
E quando mi rendo conto che invece sono magro, realizzo una cosa: mi faccio domande stupide. Tipo "Ma perché il rosso è rosso?"
Rispondendomi "Perché se fosse verde sarebbe verde" mi rendo decisamente conto che è proprio vero: mi pongo domande proprio stupide.
Ero su Splinder. Poi Splinder è morto. Quindi mi sono trasferito di qua, nonostante non abbia più granché da raccontare perché faccio fatica a trovare tempo e ispirazione: quando la tua vita ti soddisfa, hai poco da scrivere, no?
mercoledì 22 agosto 2012
giovedì 16 agosto 2012
La sfida della seggiovia
La sfida della seggiovia
(una storia di Masatomo, con Riccardo Fasana e Riccardo Di, in quel di Spiazzi di Gromo).
"Ehi Masa", lancia la sfida, Fasana, "a metà, nel punto basso, saltiamo giù dalla seggiovia e poi ci risaltiamo su."
"Yeah boy, però facciamo una giravolta", concordiamo.
Fasana salta giù, fa la giravolta, risalta su. One point.
E' il mio turno.
Salto giù dalla seggiovia.
"Uh, e adesso.. cosa devo fare, cosa devo fare? Ah sì, fare una giravolta", la faccio.
"Yeah man, I'm da boss, ora devo risaltare sulla seggiovia", mi giro rivolto verso la seggiolina e la vedo arrivare verso di me più veloce di quanto pensassi.
"Jump!" ma mi dimentico che devo sedermici sopra, quindi dovrei saltare e rigirarmi.
"Ouch!", prendo la seggiovia sul petto. Fail.
Meno male che la seggiolina successiva è vuota. Intanto la mia bici si fa metà risalita da sola.
Fasana 1 - 0 Masatomo
(una storia di Masatomo, con Riccardo Fasana e Riccardo Di, in quel di Spiazzi di Gromo).
"Ehi Masa", lancia la sfida, Fasana, "a metà, nel punto basso, saltiamo giù dalla seggiovia e poi ci risaltiamo su."
"Yeah boy, però facciamo una giravolta", concordiamo.
Fasana salta giù, fa la giravolta, risalta su. One point.
E' il mio turno.
Salto giù dalla seggiovia.
"Uh, e adesso.. cosa devo fare, cosa devo fare? Ah sì, fare una giravolta", la faccio.
"Yeah man, I'm da boss, ora devo risaltare sulla seggiovia", mi giro rivolto verso la seggiolina e la vedo arrivare verso di me più veloce di quanto pensassi.
"Jump!" ma mi dimentico che devo sedermici sopra, quindi dovrei saltare e rigirarmi.
"Ouch!", prendo la seggiovia sul petto. Fail.
Meno male che la seggiolina successiva è vuota. Intanto la mia bici si fa metà risalita da sola.
Fasana 1 - 0 Masatomo
martedì 14 agosto 2012
Cose strane
Succedono sempre cose strane.
Si dice che la gente cresca; che cambi, ma in verità rimane uguale dentro. No, è vero, non tutta la gente.
Io sono io sin da quando ero piccolo così e mangiavo i nikudango che faceva mio padre. I quali, ora che sono adulto, vengono bene anche a me.
Sai quando dicono che un bambino se ne fotte di quel giocattolo nell'armadio finché qualcuno non glielo porta via? Di quel balocco che, se avesse una voce, romperebbe i coglioni dalla mattina alla sera dicendoti "Ehi, giochiamo? Giochiamo?", un po' come un Furby?
Se il bambino fosse un po' adulto penserebbe a come disfarsene; penserebbe a quanto sia una scocciatura tirar fuori il giocattolo e giocarci; penserebbe che quell'altro giocattolo è più figo e appena possibile ci gioca perché è più meglio ma però.
Poi però cosa succede? Che quel giocattolo che nemmeno gli piace troppo se lo prende in mano un altro bambino. Per una distrazione, per una fatalità, per una minchiata. Giusto quei due minuti. Giusto il tempo di andare in bagno o a far merenda con la Girella e quando torna in camera l'armadio è aperto e quel bambino - quel bambino che non si sa come sia entrato in casa, ma è una metafora, per dio - è lì che gioca con quel giocattolino.
Allora no, cazzo, non va bene! Quello è il suo giocattolo; deve stare nel suo armadio, scherziamo? E quando succede è un casino, perché tutte le sensazioni del bambino vengono stravolte. Ok, un bambino non capisce un cazzo tendenzialmente, ma qui si stanno usando metafore, per dio..
Uhm "Language" di Porter Robinson mi risuona nelle orecchie e suona anche bene, anche se è un progressive che si sposta leggermente verso le parti più commerciali dell'elettronica. Mi vien da pensare che possa essere il prossimo Tiesto.
Ops, scusate per la digressione.
Dicevo sensazioni stravolte. Quello che non voleva ora lo vuole, anche se sa che non è vero. Infatti non è vero, ma entrano in gioco altri fattori. Come ad esempio il senso di possesso infantile. Beh, è un bambino, mi sembra normale. Quindi si torna a giocare. Finché poi non tornerà la visione dell'armadio. Pensando a quanto sia una scocciatura dover giocare con quel giocattolo.
C'è stato un lungo periodo, anni fa, in cui ero sommerso da brutte sensazioni. È stato il periodo più fertile artisticamente e brutto e bello della mia vita, prima che quest'ultima si appiattisse. Si è appiattita perché avevo cominciato a provare sensazioni belle. E le sensazioni belle, si sa, impigriscono la mente. Perché le continue sensazioni belle; le sensazioni piatte senza picchi verso l'alto o il basso sono adatte alle persone banali e inutili.
Che bello, ogni tanto, tornare a provare sensazioni brutte. Ti fanno sentire vivo.
Peccato che durerà poco.
Si dice che la gente cresca; che cambi, ma in verità rimane uguale dentro. No, è vero, non tutta la gente.
Io sono io sin da quando ero piccolo così e mangiavo i nikudango che faceva mio padre. I quali, ora che sono adulto, vengono bene anche a me.
Sai quando dicono che un bambino se ne fotte di quel giocattolo nell'armadio finché qualcuno non glielo porta via? Di quel balocco che, se avesse una voce, romperebbe i coglioni dalla mattina alla sera dicendoti "Ehi, giochiamo? Giochiamo?", un po' come un Furby?
Se il bambino fosse un po' adulto penserebbe a come disfarsene; penserebbe a quanto sia una scocciatura tirar fuori il giocattolo e giocarci; penserebbe che quell'altro giocattolo è più figo e appena possibile ci gioca perché è più meglio ma però.
Poi però cosa succede? Che quel giocattolo che nemmeno gli piace troppo se lo prende in mano un altro bambino. Per una distrazione, per una fatalità, per una minchiata. Giusto quei due minuti. Giusto il tempo di andare in bagno o a far merenda con la Girella e quando torna in camera l'armadio è aperto e quel bambino - quel bambino che non si sa come sia entrato in casa, ma è una metafora, per dio - è lì che gioca con quel giocattolino.
Allora no, cazzo, non va bene! Quello è il suo giocattolo; deve stare nel suo armadio, scherziamo? E quando succede è un casino, perché tutte le sensazioni del bambino vengono stravolte. Ok, un bambino non capisce un cazzo tendenzialmente, ma qui si stanno usando metafore, per dio..
Uhm "Language" di Porter Robinson mi risuona nelle orecchie e suona anche bene, anche se è un progressive che si sposta leggermente verso le parti più commerciali dell'elettronica. Mi vien da pensare che possa essere il prossimo Tiesto.
Ops, scusate per la digressione.
Dicevo sensazioni stravolte. Quello che non voleva ora lo vuole, anche se sa che non è vero. Infatti non è vero, ma entrano in gioco altri fattori. Come ad esempio il senso di possesso infantile. Beh, è un bambino, mi sembra normale. Quindi si torna a giocare. Finché poi non tornerà la visione dell'armadio. Pensando a quanto sia una scocciatura dover giocare con quel giocattolo.
C'è stato un lungo periodo, anni fa, in cui ero sommerso da brutte sensazioni. È stato il periodo più fertile artisticamente e brutto e bello della mia vita, prima che quest'ultima si appiattisse. Si è appiattita perché avevo cominciato a provare sensazioni belle. E le sensazioni belle, si sa, impigriscono la mente. Perché le continue sensazioni belle; le sensazioni piatte senza picchi verso l'alto o il basso sono adatte alle persone banali e inutili.
Che bello, ogni tanto, tornare a provare sensazioni brutte. Ti fanno sentire vivo.
Peccato che durerà poco.
domenica 12 agosto 2012
Post ferie
Le ferie in Francia sono finite.
Sei giorni di discesa in sella, di cui due nel fango con i flat e 4 con gli spd.
Sei giorni di alcol serale, tra birra e vino a go go.
Sei giorni di parlata pugliese inventata e sensoless.
Sei giorni col dolore alla mano sinistra, non ancora del tutto guarita dalla biopsia, ma chissenefott.
Sei giorni di pump track in modalità ubriaca che ti fanno entrare in curva e pompi quando sei ancora in piega e quindi la bici scivola via e il doppio lo fai strisciando.
Sei giorni in cui ancora non hai capito come cazzo si fa a saltare decentemente senza ogni volta tendere all'impunto.
Sei giorni di gasamento totale e stanchezza astrale.
Ma anche un giorno in cui dici "Ma non so andare in bici!" perché finisci a Champery e ti fai quei tre passaggi a mano o sulla chicken line perché non hai voglia di cadere su quelle pendenze esagerate.
Sei giorni fuck yeah.
E dopo i pesi fatti stamattina (dopo un mese fermo, sempre a causa della mano), ora mangio e vado a pedalare per smaltire un po' di quest'alcol che ho esageratamente ingollato.
Sei giorni di discesa in sella, di cui due nel fango con i flat e 4 con gli spd.
Sei giorni di alcol serale, tra birra e vino a go go.
Sei giorni di parlata pugliese inventata e sensoless.
Sei giorni col dolore alla mano sinistra, non ancora del tutto guarita dalla biopsia, ma chissenefott.
Sei giorni di pump track in modalità ubriaca che ti fanno entrare in curva e pompi quando sei ancora in piega e quindi la bici scivola via e il doppio lo fai strisciando.
Sei giorni in cui ancora non hai capito come cazzo si fa a saltare decentemente senza ogni volta tendere all'impunto.
Sei giorni di gasamento totale e stanchezza astrale.
Ma anche un giorno in cui dici "Ma non so andare in bici!" perché finisci a Champery e ti fai quei tre passaggi a mano o sulla chicken line perché non hai voglia di cadere su quelle pendenze esagerate.
Sei giorni fuck yeah.
E dopo i pesi fatti stamattina (dopo un mese fermo, sempre a causa della mano), ora mangio e vado a pedalare per smaltire un po' di quest'alcol che ho esageratamente ingollato.
venerdì 3 agosto 2012
Lana o non Lana..
Mi ritengo una persona musicalmente preparata.. una persona particolarmente schizzinosa sulla musica.. poi ovviamente ci sono brani che mi piacciono nonostante non c'entrino nulla con la mia visione della musica.. come, ad esempio, il geniale "San Salvador".. e sul geniale ne sono millemila convinto e so che posso convincere chiunque che di genialità si tratti.
Però poi c'è lei.. Lana del Ray.. fosse un brano solo la metterei tra le San Salvador. E invece no, mi piacciono svariati brani. Sono di una tristezza esasperante. E lo sono non solo per i contenuti o per il sound, ma anche per quello che era quando si chiamava ancora Lizzy e quello che è diventata passando ad essere Lana. Cioè, quello che fa come Lana è meraviglioso, ok. Ma quando era Lizzy era meravigliosa anche lei.
Sono innamorato, c'è poco da fare. Probabilmente anche lei di me. Solo che nessuno l'ha informata ancora di questa cosa.
Eh, sono cose che succedono.
Però poi c'è lei.. Lana del Ray.. fosse un brano solo la metterei tra le San Salvador. E invece no, mi piacciono svariati brani. Sono di una tristezza esasperante. E lo sono non solo per i contenuti o per il sound, ma anche per quello che era quando si chiamava ancora Lizzy e quello che è diventata passando ad essere Lana. Cioè, quello che fa come Lana è meraviglioso, ok. Ma quando era Lizzy era meravigliosa anche lei.
Sono innamorato, c'è poco da fare. Probabilmente anche lei di me. Solo che nessuno l'ha informata ancora di questa cosa.
Eh, sono cose che succedono.
mercoledì 1 agosto 2012
Totalmente svuotato o svogliato?
Dire che è un'infinità di tempo che non scrivo è usare un eufemismo.
Il problema però non è che non stia scrivendo su questo blog, quanto il fatto che non abbia niente da scrivere che possa andare oltre alle 2 righe. Quelle di Facebook, per intenderci.
E mi sono già superato, infatti sento già la noia che mi sta assalendo e il cervello che mi si sta asciugando mentre si svuota rapidamente.
In verità è qualcosa che mi prende a 360: ho aperto un blog di bici, qualche tempo fa, e non scrivo nemmeno più su quello. Su Facebook scrivo due minchiatine super superficiali perché se mi azzardo a scrivere qualcosa di interessante, subito la gente comincia a evitarmi come la peste. No, non sto dicendo che le mie "amicizie" su Facebook siano stupide, ma che il contesto è diverso. I blog li seguono coloro che hanno voglia di leggere, che si soffermano a leggere oltre al fumettino o alla faccina disegnata scema (meme). Non che siano stupidi, certo, ma se si trovano su di uno strumento superficiale, è normale che si comportino superficialmente.
Vai oltre le tre righe? Basta, noia, buuuuuu.. "Cosa ti succede?" o altre domande retoriche poste mentre stanno guardando l'ultima vignettina fumettina dove una malata di Alzheimer dice "Avrò pure l'Alzheimer ma almeno non ho l'Alzheimer".
Questo, però, sono anche io. Anche io ne faccio parto. C'è poco da lamentarsi. Tutto diventa più veloce. E tutti diventiamo più veloci.
E pensare che invece musicalmente se mi dai un brano di 10 minuti - interessante, intendo - sbrodolo come se mi avessero messo una manciata di Citrosodina in bocca tappandomi il naso.
Ci rileggiamo al prossimo post. Chissà quando.
Il problema però non è che non stia scrivendo su questo blog, quanto il fatto che non abbia niente da scrivere che possa andare oltre alle 2 righe. Quelle di Facebook, per intenderci.
E mi sono già superato, infatti sento già la noia che mi sta assalendo e il cervello che mi si sta asciugando mentre si svuota rapidamente.
In verità è qualcosa che mi prende a 360: ho aperto un blog di bici, qualche tempo fa, e non scrivo nemmeno più su quello. Su Facebook scrivo due minchiatine super superficiali perché se mi azzardo a scrivere qualcosa di interessante, subito la gente comincia a evitarmi come la peste. No, non sto dicendo che le mie "amicizie" su Facebook siano stupide, ma che il contesto è diverso. I blog li seguono coloro che hanno voglia di leggere, che si soffermano a leggere oltre al fumettino o alla faccina disegnata scema (meme). Non che siano stupidi, certo, ma se si trovano su di uno strumento superficiale, è normale che si comportino superficialmente.
Vai oltre le tre righe? Basta, noia, buuuuuu.. "Cosa ti succede?" o altre domande retoriche poste mentre stanno guardando l'ultima vignettina fumettina dove una malata di Alzheimer dice "Avrò pure l'Alzheimer ma almeno non ho l'Alzheimer".
Questo, però, sono anche io. Anche io ne faccio parto. C'è poco da lamentarsi. Tutto diventa più veloce. E tutti diventiamo più veloci.
E pensare che invece musicalmente se mi dai un brano di 10 minuti - interessante, intendo - sbrodolo come se mi avessero messo una manciata di Citrosodina in bocca tappandomi il naso.
Ci rileggiamo al prossimo post. Chissà quando.
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